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Sant’Alberto Hurtado

Ieri abbiamo celebrato il nostro Santo con una veglia di preghiera, insieme ai gruppi ospiti nel quartiere per il servizio estivo di animazione e lavoro manuale. Grazie a loro per il prezioso contributo!

Di seguito un estratto di un discorso tenuto da padre Alberto ai giovani di Azione Cattolica nella solonnità di Cristo Re (26/10/1940).

[…] La crisi dei valori morali che attraversa l’umanità è spaventosa. I più grandi pensatori e statisti sono presi dall’orrore per questa ansia di vita facile, per questa sete di divertimenti, per questo trasformare la vita in weekend perpetuo, dove non ci si nega niente e dove ogni sacrificio sembra un’austerità impossibile per la giovane generazione dei nostri giorni. C’è un’enorme codardia nell’assumersi responsabilità, nell’accettare impegni, un orrore davanti allo sforzo che significa la vita morale, tutto pare eccessivo. In queste condizioni è chiaro che il cristianesimo sembra qualcosa che scandalizza… e si arriva a questa ricerca di compromessi tra cristianesimo e comodità di vita. A questo perpetuo scandalo che manifesta il mondo moderno di fronte a questa dottrina di abnegazione e generosità fino all’eroismo, mentre nasconde tanto egoismo e tanta sensualità.

Da ormai diversi anni, in questo stesso giorno [di Cristo Re] si radunano gruppi sempre più grandi in un’imponente manifestazione di entusiasmo. Fino a 20.000 giovani perdono la voce gridando “viva Cristo Re!”, agitano le loro torce e dimostrano la loro adesione al Capo supremo. La manifestazione si scioglie e, quanto poco sono cambiate le vite! Quanto poco progresso fa Cristo nelle anime dei suoi cadetti! […]

Vediamo che questo nostro popolo giace nell’oscurità e nell’ignoranza più nera, disfatta la sua casa, erosa la sua coscienza da prediche malsane, in una totale ignoranza religiosa… e questi soldati di Cristo che si riuniscono nel giorno della sua festa, quanto sarebbe triste che ancora una volta tornassero a casa soddisfatti di così poco, delle grida di entusiasmo e di una torcia bruciata! Lo Spirito di Cristo non sarebbe in loro se non tornassero a casa disposti a sacrificarsi per i loro fratelli, ad andare al popolo per portargli Cristo, a insegnargli il Vangelo, la straordinaria notizia della redenzione; ad aspettarlo all’uscita delle fabbriche con la notizia della rigenerazione in Cristo, della divinizzazione delle loro vite, e questo ai poveri operai che si credono i condannati della terra; ad andare alle università ad annunciare agli studenti l’amore di Cristo per loro; ad andare dove si soffre, a riempire di consolazione queste vite, con le consolazioni che vengono da Cristo…

[…]

Questo è il cristianesimo che aspetta da voi il vostro Re, in questa notte di festa… Se almeno uno di voi facesse un serio esame della sua fede e si decidesse a essere cristiano per davvero, con la grazia di Cristo che non gli mancherà, questo uno solo darà più gloria a Cristo dei clamori entusiasti degli altri 20.000, che si limitano alle pure voci senza assimilare la propria vita a quella del loro Capo, Maestro, Re. Le torce che portate nelle vostre mani mi hanno fatto pensare a quelle che portarono i cristiani dei primi secoli nelle catacombe, i quali erano spinti a ricercare le tenebre per fuggire la morte. Ogni tanto il cristianesimo pare accomodarsi alla società, perciò provvidenzialmente un nuovo colpo di scure scuote l’albero la cui testa è Cristo e i rami siamo noi. Le foglie morte e i rami secchi cadono. Solo permangono indistruttibili quelli che ricevono la linfa da Cristo. Perciò queste persecuzioni esteriori sono quelle che meno può temere un cristiano, […] ma invece quelle apparentemente pacifiche, quelle che vengono dai nostri fratelli deboli e mondani, quelle che vengono dalla pigrizia e dall’egoismo, dall’inerzia che strappa la croce da tante anime.

[…]

Non vi accontentate di portare torce nelle vostre mani: siate torce, siate luce, siate calore. […]

Che le parole di padre Hurtado infiammino i nostri cuori!